Saturday, September 18, 2010

porca Ferrari, la marca che vince da ferma: paghi i suoi tifosi puttanieri

MILANO - Against bitch Ferrari-Pope, not representing Italy: they should pay their supporters as bitches.

(articolo modificato) Grazie alla vittoria della Ferrari aka Cavallino Zoppo a Monza stiamo di nuovo vivendo un momento di enfasi patriottica, in un tripudio di trionfalismi sul glorioso ritorno di “Made in Italy”, genio italiano e tutto quanto il resto. Che paradosso. A firmarla, più di Alonso e della sua macchina, i meccanici ai box. Con un minimo di pudore, gli stessi vertici di Maranello precisano che si tratta di un "trionfo della squadra". Almeno conoscono un minimo di vergogna. E vorrei pure vedere. Se i fenomeni del pit-stop non avessero cambiato le gomme in 3 secondi anzichè stavolta quasi solo un secondo in meno rispetto agli altri (o meglio: se Alonso non fosse rimasto un giro in più in pista), lo spagnolo e il "popolo rosso" festeggerebbero solo un bel piazzamento. Punto. Alonso non ha superato Button, ma è vero il contrario, l'inglese l'ha bruciato in partenza. Non possiamo neppure sorvolare sul grottesco di questo "trionfo": per sua natura, sin dalla nascita, la Formula Uno è pur sempre il regno della ricerca tecnologica e dell’esasperata corsa a guadagnare cavalli. Questo è lo sport che più di tutti solletica le fantasie con il suo mito estremo dell’alta velocità. E allora diciamolo: non è per niente esaltante, in questo regno dell’alta velocità, vincere da fermi. Mi rendo conto che scalfire il rosso lucido della Ferrari (un po' opaco da quando non c'è più Schumacher a farla vincere), in Italia, è come bestemmiare in chiesa. Allora io sono un gran bestemmiatore. Gli inglesi, a ragione, ci prendono per i fondelli, dicendo che offendere la Ferrari in Italia è come insultare il Papa (che in questi giorni si trova in terra britannica). Gli italiani neanche si rendono conto di essere ridicoli a tal punto.
Innanzitutto il presidente della federazione, la Fia (che gli inglesi hanno ribattezzato Ferrari International Aid, visti gli evidenti aiuti nei regolamenti, tra cui l'ultimo che da punizione ovvia è diventato addirittura un "futuro cambio di regolamento" secondo il volere della Ferrari) è un certo francese, Jean Todt, ferrarista doc. Questo per inquadrare la scena di uno sport che vede una squadra di nome Ferrari lamentarsi continuamente di qualsiasi decisione, per non parlare degli "esperti", Gazzetta e giornalisti Rai e Mediaset, sfacciatamente ferraristi a livelli tali da rendersi comici, come se i lettori e gli ascoltatori essendo italiani fossero automaticamente ferraristi. Si può quindi immaginare come si senta un tifoso di un'altra squadra (a questo punto diciamo uno che la "pensa diversamente", visto che la Ferrari sembra un'ideologia) ad ascoltare una sfilza di boiate una dietro l'altra. Ogni tanto si trova qualche italiano anti-ferrarista ed è un piacere immenso sfogarsi e ridere di tutto questo, potendo osservare questo sport da un punto di vista superiore di pochi rispetto alla massa.
Guardateli lì giù tutti i ferraristi, provate a parlarci senza essere uno di loro, un appecoronato al milionario sinistr-ondivago Montezuma. E' semplice, basta non essere appassionati di Formula 1 o non dire i soliti luoghi comuni sulla Ferrari-Papa, e così non siete uno di loro. Si scandalizzano perchè non tifi Ferrari. Oibò, si chiama Ferrari o si chiama Italia? Sono gli stessi che si scandalizzano quando la Padania tifava contro l'Italia. Ma in questo caso mi sembra diverso: la Ferrari corre con piloti stranieri, ha molti tecnici stranieri, ecc., mentre la nazionale di calcio rappresenta la nazione, la Ferrari solo una fabbrica, una marca, può rappresentare al massimo una realtà locale. Il Milan ha giocatori italiani e stranieri, e infatti rappresenta una città, non una nazione, ed è diventata più volte campione d'Europa e del mondo.
La Ferrari, se rappresenta l'Italia, come mai tiene quella pippa di Massa? Oh toh in Brasile ci sono un sacco di milionari, ecco perchè la Ferrari corre sempre con piloti stranieri: per vendere macchine all'estero, è talmente evidente e in Ferrari qualcuno lo ammetterebbe pure. La Ferrari è qualcosa di commerciale. Questo sport vive di pubblicità, di soldi, molto e ancor più del calcio. Quindi, mi chiedo: la Ferrari paga i suoi tifosi per sostenerla? Non mi risulta, ho provato qualche volta a chiederlo ai ferraristi e mi hanno sempre riempito di insulti e minacce, difendendo "la Rossa" con una veemenza da rimanere allibiti: è sconcertante, anormale. Quindi penso che bisognerebbe proprio fare questo: la Ferrari paghi i suoi tifosi. Ho proprio pensato che tutti questi italiani abbiano la mente ristretta oppure gli abbiano montato il motore, il cervello al contrario, non riescono proprio a capire.
Come ci si può sentire "orgogliosi di essere italiani" per la Ferrari?! Porca Ferrari (era una bestemmia), saremmo proprio ridicoli, ma ci sono centinaia di migliaia (milioni?) di persone in Italia che sembrano proprio esserlo. Siamo forse un popolo di bambini che giocano con le macchinine? Seguo e adoro questo sport fin da bambino da quasi 30 anni ma non sono "orgoglioso ferrarista italiano".
L'anno prossimo l'Italia compie 150 anni, e cosa abbiamo fatto in tutto questo tempo per poterci sentire orgogliosi, solo la "marca Ferrari"? Mi fa proprio specie che un italiano debba sentirsi obbligato a tifare Ferrari.
Quindi per concludere il quadro dell'infantilismo del popolo italiano, in Italia risulta che ci sono 9 milioni (nove) di maschietti che vanno con le prostitute, lo fanno anche mariti, fidanzati e via dicendo. Togliendo dalla popolazione totale, le donne (che sono la maggioranza in Italia), i bambini e i vecchietti che non ce la fanno più :), quei 9 milioni sono quindi quasi tutti i maschietti. In questo caso direi maschioni. Credo proprio ci siano moltissimi tifosi Ferrari tra questi, e siccome Italia = Ferrari, sono "potenzialmente" tutti ferraristi. Suvvia, porca Ferrari, faccia recuperare un po' di denaro contante a questi...ehm...fedeli seguaci.

"Every miserable fool who has nothing at all of which he can be proud, adopts as a last resource pride in the nation to which he belongs; he is ready and happy to defend all its faults and follies tooth and nail, thus reimbursing himself for his own inferiority."
(A. Schopenhauer)


Svegliarsi la mattina e vedere la faccia dei ferraristi attapirati non ha prezzo... per tutto il resto, ci sono le lattine Red Bull!

Red Bull, sede Milton Keynes, Inghilterra, anno 2005.
Ferraglia, sede Maranello, Cavallino Zoppo, anno 1929 (!)
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